Un approccio alle cause di separazione-divorzio (cenni)
Che cosa chiedono coloro che vogliono separarsi o divorziare, quale risultato sperano di raggiungere, come conseguirlo: quanto tempo durerà la causa? Quali sono i diritti che mi spettano? I figli possono restare con me? Quanto costa?
Queste sono le domande essenziali alle quali sono chiamato a tentare di dare una risposta ogni volta che un coniuge o un convivente intende separarsi, divorziare, concludere una convivenza.
Si tratta di domande solo apparentemente semplici, e forse lo sono se ci si limitasse a fornire informazioni di natura puramente “tecnica”. Assai più difficile rispondere a ciò che è sotteso a quelle domande.
Le persone che intendono chiudere una relazione coniugale o di convivenza sono portatrici di vissuti, di bisogni e interessi rispetto ai quali una semplice risposta tecnica si rivela inadeguata, sterile, asettica, distaccata, non empatica, affrettata.
Il primo bisogno che viene manifestato è quello di essere ascoltati e il primo interlocutore con cui confrontarsi e, spesso, sfogarsi è proprio l’avvocato.
L’accoglienza è, dunque, un momento fondamentale nella relazione che si instaura con il professionista.
Superato l’imbarazzo iniziale, la persona, rassicurata dall’avvocato – il cui atteggiamento deve essere orientato alla piena “ospitalità” – e aiutata con alcune domande poste con garbo e con attenzione alla sua sensibilità, si apre sempre di più, e gli aspetti tecnici e procedurali passano in secondo piano rispetto alla necessità di confidarsi sino a rivelare anche gli anfratti più intimi della propria personalità, le proprie debolezze, i propri bisogni. Capita frequentemente che l’interessato si commuova senza vergognarsi di fare sgorgare qualche lacrima.
Sembra retorica, ma questo avviene.
Accoglienza, ascolto, empatia. Sono parole oggi assai di moda ma spesso sono solo annunciate e poco praticate.
Anche per l’avvocato non è facile accogliere, ascoltare, esprimere empatia. Le difficoltà del professionista derivano dal suo stesso vissuto, dalle sue ansie, dai suoi problemi; la relazione con le persone non è mai lineare né semplice. Ma è proprio questo che rende ogni relazione un fatto in sé ricco di elementi accrescitivi e formativi, anche in caso di rottura e di abbandono.
La presa di coscienza di questa realtà non è immediata, ma si consolida e si rivela gradualmente a distanza, con il trascorrere del tempo.
Accogliere e saper ascoltare sono, dunque, le basi per instaurare una positiva relazione improntata a reciproca fiducia.
Fiducia: altro concetto essenziale (continua).